Da più di due decenni, la letteratura medica internazionale ha messo in evidenza l’importanza di una corretta nutrizione nel proteggere le cellule del corpo umano.
Recenti acquisizioni scientifiche hanno dato vita ad una rivalutazione della dieta dal punto di vista dell’adeguatezza nutrizionale, sempre più carente come sostegno del sistema difensivo del corpo umano, poiché negli alimenti si possono trovare sostanze (elementi nutrizionali) che svolgono funzioni protettive.
In assenza di difese antiossidanti provenienti dall’alimentazione, si sviluppa uno stress ossidativo, che genera radicali liberi i quali modificano nel tempo il DNA, inducendo così mutazioni ed iperproliferazioni cellulari che danno corpo a patologie sociali degenerative di difficile diagnosi e di difficile trattamento.
L’assunzione supplementare di opportuni micronutrienti contribuisce a ridurre il rischio di prolifezione incontrollata e di generazione cellulare neuronale e immunitaria e aiuta l’organismo a potenziare le proprie difese naturali.
Gli inquinamenti presenti nell’aria che respiriamo, le sostanze con cui spesso vengono trattati gli alimenti, sostanze che abbattono il patrimonio proteico (durante i necessari protocolli terapeutici medico-oncologici), tutti questi agenti sollecitano il sistema immunitario di un individuo ad una difesa sempre più forte, stimolando i mitocondri a produrre sempre di più energia da contrapporre agli agenti nocivi.
Tale sistema difensivo determina un allontanamento solo momentaneo di patologie degenerative, ma dà origine ad una produzione tale di radicali liberi che tutto il sistema immunitario non riesce a controllarla.
Questo favorisce anche una proliferazione delle cellule tumorali e degenerazione delle cellule dell’apparato cardiocircolatorio, uro-genitali, neuronale e visivo e impedisce un’azione regolatrice del sistema nervoso dei tessuti.
Numerose ricerche scientifiche hanno documentato gli effetti positivi di elementi, quali la quercetina, l’acido alfa lipoico (R+), la vitamina C ed E nella protezione a lungo termine delle cellule neuronali , cardiache, prostatiche, retiniche e quelle che compongono l’apparato immunitario dai radicali liberi, originatisi durante i normali processi metabolici provenienti da fattori esterni come agenti tossici.
L’estesa letteratura scientifica sulla quercetina e l’acido alfa lipoico (R+) ha evidenziato come essi, singolarmente o in sinergia, oltre ad agire come antiossidanti, siano efficaci nell’ostacolare in vitro lo sviluppo di linee cellulari indifferenziate.
Diversi studi epidemiologici eseguiti su campioni significativi di popolazione, hanno messo in evidenza che l’assunzione quotidiana di questi micronutrienti riduce il rischio di sviluppare un carcinoma.
ATTIVI FUNZIONALI
Quercetina
Flavonoide con una varietà di effetti farmacologici e biochimici, comprovati in vitro, vivo e soggetti umani, con attività antinfiammatoria, antalgica (comprese le algie oftalmiche), antiallergica, antimicrobica, epatoprotettore, di protezione gastrointestinale, antivirale, antitrombotico, azione cardioprotettiva, antidiabetica, antineoplastica e anticarcigenica, azione utile come coadiuvante nel trattamento di neuropatie degenerative quali Parkinson, Alzheimer, Sclerosi Multipla. La Quercetina, come visto in oncologia, esalterebbe l’efficacia dei principi attivi di sintesi chimica, creando una protezione sugli stessi e allontanando una possibile farmacoresistenza.
Acido-R-tioctico (R+)
Antiossidante-antiradicalico endocellulare
È un prodotto di supporto nutrizionale classificato come antiossidante-antiradicalico naturale detto anche acido tiottico, nella sua forma fisiologica R(+).
L’acido R-tiottico/alfa lipoico è sintetizzato nelle cellule dei tessuti ed è presente negli alimenti di quotidiano consumo. E’ definito l’antiossidante ideale per la sua elevata reattività verso i radicali liberi (radicali ossigeno-ROS) da cui protegge il sistema nervoso cerebrale. Rigenera le vitamine C ed E. Inoltre stimola la sintesi endogena del glutatione.
L’Acido Alfa Lipoico ha dimostrato di generare effetti positivi di una vasta gamma di situazioni patologiche: Diabete, funziona come enzima o co-vitamina dove aumenta l’utilizzazione e la biodisponibilità del glucosio rilevandosi utile nel trattamento del diabete tipo I, tipo II e sub-clinico, contribuisce a prevenire le patologie correlate all’intolleranza del glucosio, Aterosclerosi, patologie Cardiache, Cataratta, infiamazione, patologie Neurodegenerative tra cui il m orbo di Parkinson ed Alzheimer, conseguenze dell’esposizione a sostanze tossiche di varia natura e danni da esercizio fisico. L’Acido Alfa lipoico possiede proprietà utili nel trattamento delle neuropatie periferiche e in presenza di compromissione di un nervo (lombosciatalgie, cervicalgia, tunnel carpale, parestesie).
Acido Folico
Può essere indicato come coadiuvante per riparare i danni genetici dei neuroni e nella prevenzione delle malattie neurogenerative.
Studi internazionali dimostrano che l’Acido Folico possa svolgere un ruolo importante abbassando i livelli di iperomocisteinemia nella prevenzione dell’Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla e malattie degenerative. L’Acido Folico, contenuto in PAQUAL è indicato in tutte le anemie megaloblastiche legate ad un deficit Folico d’origine nutritiva o tossica. A titolo profilattico o curativo il suo impiego è indicato nelle affezioni gastrointestinali croniche di tipo Sprue o Steatorrea. La carenza di Acido Folico potrebbe essere responsabile di varie manifestazioni neurologiche che vanno dalla neuropatia periferica ai disturbi cerebrali e psichici con modificazione del carattere e disturbi del sonno e della memoria.
Varie sono le ipotesi patogenetiche avanzate a seconda che si tenga conto della funzione dell’Acido Folico nella sintesi delle basi puriniche e pirimidiniche, nella sintesi di esteri fosforici ad alto livello energetico come l’adenosin-trifosfato e il guanosin-trifosfato nella sintesi dei mediatori chimici necessari alla trasmissione o conduzione dell’impulso nervoso a dei glicero-fosfo-amino-glucido che formano le guaine mieliniche. Da ricordare che la concentrazione dell’Acido Folico del liquido cefaloradichiano è molto superiore a quella del plasma. L’Acido Folico è privo di tossicità e non esiste ipervitaminosi.
Vitamina B 12
La carenza della B12 nell’uomo evidenzia la malattia di Biermer o Anemia perniciosa o megaloblastica dalla mancata nutrizione dei globuli rossi con formazione di anomali percussori megaloblastici. Caratterizza una sindrome anemica, digestiva e neurologica con acroparestesie e disturbi della sensibilità profonda, indicati nei cordoni posteriori del midollo spinale. Si osservano disturbi nervosi che vengono ascritti a difetti nella produzione della mielina e si traducono in tutta una serie di sintomi diversi.
Le parestesie con dolori ed intorpidimento delle estremità sono le manifestazioni più frequenti. Si associano, inoltre, i disturbi della deambulazione con atassia, i disturbi della memoria e del carattere con segni di depressione e di confusione psicotica, con illusione sensoriale o allucinazioni. L’evoluzione è lenta e progressiva. Le lesioni dei nervi periferici sono precoci. Mentre il danno del midollo spinale con sclerosi dei cordoni posteriori e quello dei centri cerebrali superiori sono molto più tardivi. Le manifestazioni neurologiche sono spesso bilaterali e simmetriche.
Oggi si ricorre all’impiego della vitamina B12 in svariate affezioni neurologiche e reumatiche, neuriti e polinevriti, emicrania, nevralgie cervico-brachiali, periartrite scapolo-omerali, torcicollo, lombaggine, nelle quali la B12 svolge proprietà trofiche ed antalgiche.
In base alla riconosciuta funzione della Cobalamina come attivatore del metabolismo proteico, è diventato d’uso comune l’impiego della B12 in caso di ritardo della crescita con ipotrofia, nelle stenie di qualunque origine, nelle convalescente dopo intervento chirurgico o malattie infettive, come negli etilisti e nei soggetti anziani che ne sono spesso carenti. La tolleranza della B12 è eccellente e non esiste ipervitaminosi. Una carenza di B12 compromette l’effetto protettivo dei folati.
Colina
E’ una sostanza organica identificata come nutriente vitale. E’ un componente dei lipidi che compongono la membrana cellulare e del neurotrasmettitore acetilcolina. Agisce con l’inositolo per emulsionare i grassi e mantiene gli stessi in forma libera allontanando la probabilità che essi si depositino nelle pareti delle arterie e della cistifellea. Aiuta il fegato a non accumulare troppi grassi e previene danni al fegato. Riduce il colesterolo ed equilibra i livelli di omocisteina, allontanando patologie cardiache. Previene diversi tipi di cancro e può essere indicata per coloro che soffrono di asma per le sue attività antinfiammatorie. Nelle donne in menopausa aiuta a mantenere la giusta umidità. E’ dimostrato che la colina apporti benefici agli anziani con perdite di memoria. Può essere indicata come coadiuvante per il trattamento delle malattie, disturbi neurologici compresa la sindrome di Huntington, di Tourette, l’atassia di Friedrich, la demenza, il disturbo bipolare, la schizofrenia, la depressione e diversi casi di Alzheimer, Parkinson e Sclerosi Multipla.
Vitamina B 1
Le indicazioni storiche terapeutiche della vitamina B1 partono dall’utilizzo del morbo di BERI-BERI nella forma umida edematosa e nella forma secca o paralitica – atrofica, che si palesa con disturbi sensitivi per poi comparire in una paralisi di diversi gruppi muscolari soprattutto agli arti inferiori che simula i disturbi da tabe.
Talvolta, la polinevrite colpisce ugualmente gli arti superiori dando alla mano una forma di un artiglio. In neurologia la vitamina B1 è un potente neurotrofico, indicata nelle polinevriti etiliche, nutrizionali, metaboliche (diabete, gravidanza, affezioni gastrointestinali); nelle neuriti di origine traumatica o da compressione; nelle neuriti infettive e batteriche in corso di difterite, di poliomielite, di tubercolosi o di herpes; nella sciatica o nevralgie cervico brachiali o lombosacrali; nei dolori reumatici di ogni tipo; nelle algie post-zosteriane o algie degli amputati; nelle algie dei cancerosi, degli artritici; negli accessi di emicrania; nelle nevralgie dentarie e nelle algie oftalmiche. Non esiste ipervitaminosi da B1, in quanto l’eccesso viene eliminato spontaneamente dall’organismo con le urine e la sudorazione.